La pietra fossile

La pietra fossile

La pietra fossile è una roccia sedimentaria molto particolare, formata dai resti di piante e animali morti.

Questo processo di conservazione può avvenire in diversi modi, ma il più comune è la fossilizzazione per mineralizzazione. Durante questo processo, i tessuti organici si degradano e vengono sostituiti da minerali come la silice, il calcio e il ferro, che creano un calco della forma dell’organismo originale. Questi calchi possono essere molto dettagliati e possono fornire importanti informazioni sulla vita del passato.
Grazie alla sua composizione, presenta caratteristiche uniche e dettagliate,
che la rendono un materiale perfetto per la costruzione di edifici e monumenti, nonché per la creazione di oggetti d’arte utilizzati per arredare ogni tipologia di ambienti.
Inoltre, la pietra fossile è molto resistente e durevole, il che la rende ideale per pavimentazioni e rivestimenti.
La sua bellezza naturale e la sua storia millenaria la rendono una scelta unica e preziosa per qualsiasi progetto di design.

Le pietre fossili sono anche apprezzate dai collezionisti di minerali e appassionati di paleontologia. Esistono molte varietà di pietre fossili, ognuna delle quali ha le proprie caratteristiche distintive e la propria storia unica. Ad esempio, l’ammonite è una pietra fossile che si forma a partire dai gusci di molluschi estinti, mentre la petrificazione è una pietra fossile che si forma a partire da tronchi di alberi fossilizzati.

Le pietre fossili possono essere trovate in molti luoghi del mondo, ma alcune delle aree più note per la loro abbondanza di pietre fossili.

In sintesi, la pietra fossile è un’importante testimonianza del passato e un mezzo prezioso per studiare la storia della vita sulla Terra. La sua bellezza e la sua importanza scientifica la rendono una scelta popolare per i collezionisti di minerali e gli appassionati di paleontologia di tutto il mondo.


Pubblicato il 14-05-2023 - 11:29


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La Pietra

La pietra è uno dei materiali più antichi e utilizzati dall’uomo

La Pietra ha una grande varietà di usi ed è stata utilizzata per costruire monumenti, case, utensili e molto altro ancora.

Costruzioni monumentali

I monumenti dell’antichità sono fatti in pietra. Alcuni degli esempi più famosi includono le piramidi egizie, il Colosseo romano, la Grande Muraglia cinese e il Taj Mahal indiano. La sua scelta è preferita per la sua durabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Anche oggi, è spesso utilizzata per costruire edifici monumentali come chiese, cattedrali e palazzi.

Edilizia

Fin dall’antichità è spesso utilizzata come rivestimento per le facciate degli edifici o come elemento strutturale. Può essere tagliata in blocchi o in lastre e poi lavorata per creare forme specifiche e utilizzata per creare pavimentazioni per i cortili e i giardini.

Arte e artigianato

La pietra per creare opere d’arte e oggetti artigianali fin dall’antichità. Anche Michelangelo la utilizzava per creare opere d’arte monumentali come le statue antiche e le opere di Michelangelo. La pietra è anche utilizzata per creare oggetti artigianali come vasi, piatti e ciotole.

Utensili e macchinari

Utilizzata anche per creare utensili e macchinari fin dall’antichità, per creare macine per macinare il grano e altri cereali. La pietra è stata utilizzata anche per creare utensili come coltelli e rasoi. Anche oggi, la è utilizzata per creare attrezzature per la cucina, come i mortai e i pestelli.

Industria

La pietra è utilizzata anche nell’industria per creare prodotti come le lastre di granito utilizzate nei piani di lavoro della cucina e del bagno, lastre per pavimenti in marmo o granito. La pietra può anche essere utilizzata per creare lastre per rivestimenti murali e per la creazione di monumenti funerari.

In conclusione, la pietra è un materiale estremamente versatile e ha un’ampia gamma di utilizzi. La sua durabilità, la resistenza e la bellezza la rendono una scelta popolare per molte applicazioni, dalle costruzioni monumentali all’arte e artigianato, dall’edilizia alla creazione di utensili e macchinari.


Pubblicato il 14-04-2023 - 11:33


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Perchè installare un camino a casa

Perchè installare un camino a casa

Ci sono molte ragioni per cui qualcuno potrebbe voler installare un camino a casa.
e dipendono dalle esigenze e dalle preferenze individuali.

Ecco alcune delle ragioni più comuni

Un camino può essere utilizzato come fonte di calore per riscaldare la casa, specialmente nelle serate fredde. Può riscaldare una stanza o un’intera casa, a seconda delle dimensioni del camino e della disposizione dell’abitazione e in base anche alla tipologia di camino che si sceglie.

Un camino può creare un’atmosfera accogliente e rilassante nella casa. Il crepitio del legno che brucia e il calore emanato dal fuoco possono rendere gli ambienti più confortevoli e invitanti creando un’atmosfera familiare.

Un camino ben realizzato può aggiungere valore estetico alla casa, diventando un elemento di design che può arricchire l’arredamento della stanza. I camini sono disponibili in una vasta gamma di stili e disegni che vanno dallo stile classico a quello più moderno passando per lo stile rustico, e possono diventare un elemento di design importante in una casa. Possono aggiungere valore estetico a una stanza o diventare un punto focale nell’arredamento.

L’uso di un camino può ridurre i costi di riscaldamento, soprattutto se si utilizzano legni di scarto o legna da bosco locale. la legna nel camino produce meno emissioni inquinanti rispetto all’uso di gas naturale o propano. La legna è una fonte di combustibile rinnovabile e, se coltivata in modo sostenibile, può essere una scelta ecologica per il riscaldamento domestico. Ciò può rappresentare un risparmio significativo sui costi delle bollette del gas o dell’elettricità.

Un camino ben progettato e installato può aumentare il valore di rivendita della casa, rendendola più attraente per i potenziali acquirenti.

In generale, l’installazione di un camino a casa può aggiungere comfort, valore estetico e risparmio energetico, oltre ad offrire una fonte di calore alternativa e sostenibile.


Pubblicato il 18-03-2023 - 16:31


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Promozione Febbraio-Marzo 2019

Con l’acquisto di un rivestimento in pietra riceverai in OMAGGIO il prefabbricato refrattario.
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Pubblicato il 26-01-2019 - 18:33


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Il camino: non solo estetica ma pace per i sensi e per l’anima.

Perchè il camino….

Il camino: non solo estetica ma pace per i sensi e per l’anima.

Si avvicina l’inverno e, con esso, il graduale abbassamento delle temperatura che inevitabilmente porterà tutti noi a cercare una fonte di calore che ci accompagni durante le fredde giornate.

Termosifoni, stufe a pellet, condizionatori e chi più ne ha più ne metta, ma secondo i ricercatori la miglior fonte di riscaldamento che, oltre a riscaldare il corpo appaga la nostra mente e la nostra anima, è sicuramente il camino. Numerosi studi condotti da rinomati psicologi, infatti, quando vediamo la legna ardere nei camini delle nostre abitazioni si scatena in noi una sensazione di appagamento per la nostra anima.

Il termine “camino” deriva dal latino caminus, tradotto in italiano “focolare” che nella lingua italiana lascia trapelare proprio quella sensazione di casa, di calore familiare. E’ sempre stato così nel corso dei secoli. Numerosi sono gli aforismi lasciatici dai più grandi scrittori e letterati dell’800 fino a giungere ai nostri giorni con frasi celebri di poeti e cantautori del calibro di Sting che afferma:

L’inverno è il periodo dell’anno che favorisce maggiormente l’immaginazione: ci si siede davanti al caminetto, si riflette sul passato, su quello che è stato l’anno appena trascorso. Ci si prepara a quello che verrà. È una stagione psicologica, oltre che temporale.

O Grazia Deledda:

Doveva essere bello nelle sere d’inverno stendersi sulle stuoie davanti al fuoco di tronchi, e ascoltare la voce della foresta in colloqui selvaggi col vento.

O l’immenso Primo Levi:

Felice l’uomo che ha raggiunto il porto, che lascia dietro sé mari e tempeste, i cui sogni sono morti o mai nati; e siede e beve all’osteria di Brema, presso al camino, ed ha buona pace.

O Maria Venturini nel suo “dizionario della felicità”:

Il camino, prima che l’aria, riscalda il cuore.

Il senso di tranquillità e familiarità che offre il calore del camino

Questi e tanti altri aforismi rendono davvero l’idea di come il camino sia diventato un simbolo nella nostra cultura, ottenendo, come anticipato, un’immagine di familiarità e di tranquillità.

Se a ciò si aggiunge il valore estetico di un bel caminetto in pietra si comprende a pieno per quale motivo si è sempre desiderato (e si continua a farlo) un tale elemento di arredo nella propria abitazione.


Pubblicato il 17-10-2018 - 14:27

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Le pietre irpine protagoniste nella Reggia di Caserta.

Le pietre irpine protagoniste nella Reggia di Caserta.

Le pietre irpine protagoniste nella Reggia di Caserta.
In un incontro tra Carlo III e l’ambasciatore piemontese, il conte di Monasterolo, il re notò che quest’ultimo guardava con molta attenzione delle colonnette di marmo e gli chiese:<< Che dice lei di questo bel ritrovato?>> e l’ambasciatore rispose:<< Non ho mai veduto marmi più belli e più fini, ma quelle colonnine mi sembrano più atte a ornare tabernacoli>>.
Il re replicò:<< Questo si potrebbe fare, ma queste colonnine non sono che mostre di tutti i marmi ritrovati nelle montagne di questo Regno e di quello di Sicilia e parte di questi, cioè i più belli […]>>

Non solo re Carlo III restò ammaliato dalla varietà di pietre e marmi selezionati dal grande architetto Vanvitelli e istallati nella Reggia di Caserta; chiunque vi entrasse all’epoca e chiunque lo faccia oggi, resterà affascinato dai numerosi effetti cromatici dettati da tutti i materiali lapidei ivi presenti.

Elemento decorativo di grande bellezza e varietà, il marmo è un materiale costruttivo usato copiosamente in tutte le sue varietà nel palazzo reale.
Tra questi numerose sono le pietre irpine utilizzate per adornare numerosi ambienti: i marmi di Montevergine, l’alabastro di Gesualdo, la breccia di Atripalda e la pietra di Fontanarosa.

La pietra di Montevergine ( oggi difficilmente reperibile), per via delle sue ristrette dimensioni, è stata utilizzata per lo più per pavimentazione e piccoli ornamenti.

La breccia di Atripalda e la pietra di Fontanarosa compongono alcune delle scalinate interne del palazzo.

L’alabastro di Gesualdo, invece, è stato utilizzato per la realizzazione di colonnine e altri elementi di arredo nel Real Teatro di Corte e nella Cappella Palatina.


La Cappella Palatina

Gli altri marmi principalmente utilizzati sono: il travertino giallo di Capua, il travertino chiaro di Bellona, il marmo bigio scuro di Sicilia detto Billemi, il Mondragone giallo e il grigio scuro, la pietra vitulana, la pietra dragoni, il granito dell’Isola d’Elba, la pietra rosso grigia del Gargano, la lumachella di Trapani, il granitello, il marmo verde antico, il granito tebaico rosso, il cipollino, il marmo giallo di Castronovo, il fior di persico e infine, ma non per ultimo, il marmo bianco di Carrara che adorna quasi tutti gli ambienti.


Pubblicato il 21-09-2018 - 9:39


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“Isola di Pasqua”: perché è chiamata così e cosa rappresentano quelle enormi teste in pietra.

“Isola di Pasqua”: perché è chiamata così e cosa rappresentano quelle enormi teste in pietra.

Chi di noi non ha mai avuto modo di vedere in documentari, su riviste di storia o sul web quelle mastodontiche e spettacolari statue in pietra sull’Isola di Pasqua?
E quanti di noi si son posti le domande: Perché quell’isola è chiamata proprio “Isola di Pasqua”? E cosa rappresentano quelle enormi facce piantate li nel terreno?

Beh, la spiegazione del singolare nome con un po’ di concentrazione è facile da intuire: esso deriva dal fatto che il primo europeo a sbarcare sulle sue coste e sfidare gli indigeni fu Jakob Roggeveen, un navigatore olandese che raggiunse l’Isola proprio il giorno di Pasqua, il 5 aprile del 1722.

Ma cosa rappresentano quelle teste conficcate nel terreno di un’isola letteralmente sperduta?
Queste, nella lingua ufficiale dell’Isola Rapa Nui, sono chiamate “Moai” e la loro altezza parte dai 2,5 metri fino ad arrivare a quella più grande, mai completata, di 21 metri.

A scolpire queste gigantesche statue furono gli stessi abitanti stessi dell’isola all’interno delle cave di tufo basaltico del cratere del vulcano Rano Raraku, dove erano soliti lavorarli con la faccia rivolta verso l’alto, per poi staccarle e portarle fino alla costa dove centinaia di uomini avevano il compito di rifinirle. Per il trasporto, che necessitava di migliaia di persone e di pali e rulli di legno per farle rotolare, per qualcuna di queste era necessario addirittura un anno.

I “moai” sono stati scolpiti probabilmente a partire dall’anno 1000 e fino al 1500 circaed il loro significato rappresenta un augurio di benessere e prosperità a coloro che guardano ed un senso di protezione verso la terra ed i suoi abitanti, ecco perché dalla costa il loro sguardo è rivolto verso l’interno.
Molti di questi rappresenterebbero defunti antenati, personaggi di spicco della società e raffigurazioni di dei. Ai loro piedi sono state trovate delle tavolette di legno scritte in rongorongo, lingua che nessuno è ancora riuscito a decifrare.


Pubblicato il 31-03-2018 - 14:06

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I luoghi insoliti dove utilizzare la pietra.

I luoghi insoliti dove utilizzare la pietra.

I luoghi insoliti dove utilizzare il marmo.

Rivestimenti di bagno e cucina, ingressi di abitazioni, zoccolature, cantonate, ecc.
Questi sono i posti più scontati dove poter utilizzare la pietra; ma per quale motivo non ci si concentra su superfici più insolite e inaspettate?
Proviamo noi a darvi qualche suggerimento su come e dove usare il marmo per rendere i tuoi interni più incantevole.

–   Superficie della scrivania

Hai mai pensato di utilizzare come superficie della scrivania del tuo ufficio un profilo in marmo?
E’ un ottimo motivo per aiutarti a sviluppare la tua creatività oltre a rendere più stimolante ciò che fai.
Si potrebbe anche pensare a un elegante cristallo come base di appoggio e due piedi in pietra finemente lavorati.

–   Un’intera parete di una stanza

Immaginate una stanza con a terra un bellissimo parquet, e immaginate, nella stessa stanza, le pareti di colorazioni tali da rendere armonioso l’ambiente. Adesso immaginate se una di queste pareti è rivestita completamente in pietra casomai con un bel gioco di illuminazioni.
Di sicuro attirerà la vostra attenzione prima di qualunque altro elemento di arredo soprattutto in ambienti minimal come gli ingressi delle abitazioni o le sezioni di muro vicino alla scala. Di sicuro crea un colpo d’occhio sul visitatore.

Parete scalinata in pietra

–   Piani sui mobili in camera da letto

E’ spesso facile trovare nelle camere da letto pavimenti in marmo ma, rispetto a qualche decennio fa, si è persa l’abitudine di realizzare mensole dei mobili in questo materiale di lusso.
Questo è un altro consiglio che teniamo a dare: avere basi di marmo su consolle o cassettieri nelle stanze da letto danno un tocco lussureggiante a tutto l’ambiente.

Consolle in pietra stanza da letto.

–   Lavello da cucina

Probabilmente con la concezione un ritorno al passato ma le funzioni estetiche e pratiche si adattano perfettamente agli ambienti contemporanei. Un lavello massello a resistere al tempo e all’usura.

–   Piatti doccia

Eleganti, raffinati e perché no un tocco di classe al vostro bagno con tutte le tipologie di marmi e pietre, di qualsiasi colore e soprattutto di qualsiasi misura.
La versatilità della pietra consente al cliente di sagomare il piatto doccia a proprio piacimento e ciò può risultare comodo per recuperare spazi morti in un bagno, dove casomai si trovano angoli non a squadro o pareti curve dove difficilmente si possono installare mobili o altri elementi di arredo. Eleganza e comodità.

Piatto doccia in pietra.

 

–   Camino in marmo

Ormai con la nuova tecnologia e le innovazioni nel campo delle stufe che abbinano comodità ad arredamento, l’esigenza di realizzare un camino in marmo o in pietra è andato un po’ in disuso. Ma quest’ultimo è da sempre l’elemento principale dell’arredamento in una stanza anche e soprattutto perché sono di tendenza, quindi, è possibile abbinarli in qualsiasi tipo di ambiente, dal rustico al moderno passando per il classico.

Camino in bianco Vesleye.


Pubblicato il 26-03-2018 - 10:07

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Manutenzione della pietra

Manutenzione della pietra

La pietra è un elemento naturale e per tanto è soggetta ad usura e deterioramento.
Può capitare che si macchi o che si leda la finitura e nel tempo può subire alterazioni.

Consigli utili per la pulizia e la manutenzione della pietra:

Una giusta ed attenta manutenzione e pulizia della pietra  fanno si che la pietra stessa subisca minori alterazione nel tempo e che anzi ne migliorano l’aspetto rendendola sempre più bella nel tempo.

  • Si consiglia di utilizzare detergenti Neutri specifici per la pietra naturale, facilmente reperibili in commercio, o il sapone di Marsiglia diluito con acqua calda.
    Non utilizzare mai detergenti acidi o contenenti anti-calcare, questi potrebbero macchiare la pietra e corroderla.
  • Per i rivestimenti si consiglia di pulire con acqua e trattare poi la superficie con prodotti a base siliconica specifici per la pietra. Nello specifico dei top di bagno o di cucina, questi possono essere precedentemente trattati con prodotti antimacchia specifici per la pietra o prodotti oleo-idrorepellente a base d’acqua mantenendo inalterato il colore e la finitura della pietra..

Pubblicato il 20-02-2018 - 18:08

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Il David di Michelangelo: l’opera più perfetta del Rinascimento.

Il David di Michelangelo: l’opera più perfetta del Rinascimento.

Il David di Michelangelo è considerato il più bel capolavoro di tutti i tempi, commissionata dall‘Opera del Duomo di Firenze nel 1501, per collocarla in uno dei contrafforti esterni del Duomo divenendo una vera e propria impresa tecnica e artistica.

Michelangelo cominciò a lavorare alla scultura all’età di 26 anni disponendo di un immenso blocco di marmo che presentava non pochi difetti tra i quali i “taroli” ossia pic

coli fori che compromettono la meccanicità del materiale in fase di scalpellatura. Ma nonostante ciò l’artista stuccò i fori e levigò la superficie della statua, completandola dopo tre anni di lavoro.

Il David di Michelangelo

Una volta ultimato,
le sue grandi dimensioni rendevano impossibile l’installazione sul contrafforte della basilica di Firenze a cui inizialmente era destinato per questo si creò una commissione costituita dai maggiori artisti del tempo (tra cui vi erano Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci), che discutesse su collocazioni alternative.
Alla fine si decise di collocare il David di Michelangelo davanti a Palazzo Vecchio rivolto a sud in segno di sfida alle popolazioni nemiche pronte ad attaccare Firenze. Qui vi rimase fino al 1873 prima di essere trasferita nella Galleria dell’Accademia di Firenze, per evitare che agenti atmosferici lo danneggiassero, mentre una copia è presente in Piazza della Signoria.

L’opera ritrae l’eroe biblico Davide nel momento in cui si appresta ad affrontare il gigante Golia, che terrorizzava gli ebrei sfidandoli a duello.
Nella mano destra il David Michelangelo tiene un sasso, che userà per uccidere il gigante.

Lo sguardo di David è deciso e sono presenti tantissimi dettagli che rendono questa scultura un vero capolavoro: la vena che attraversa il collo, quelle sulle mani e i tendini ben visibili, i muscoli in tensione attribuendosi così l’appellativo di opera più perfetta del Rinascimento.

Dettagli della scultura del David di Michelangelo.

 


Pubblicato il 24-11-2017 - 9:51

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Amore e Psiche: una storia d’amore scolpita nel marmo.

Amore e Psiche: una storia d’amore scolpita nel marmo.

Quella tra Amore e Psiche è una delle leggende d’amore più belle di sempre. Fu scritta, nel II Secolo d.C, dallo scrittore latino Apuleio nelle sue “Metamorfosi”. Metafora dell’eterna battaglia tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello, la leggenda racconta la storia del Dio Amore (Cupido) e della bellissima Psiche:
“Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Le due più grandi, avevano un aspetto leggiadrissimo, mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere”. Psiche era una fanciulla incredibilmente seducente, e scatenò le gelosie della dea Venere che, invidiosa della bellezza di quella che alla fine era solo una mortale, decise di vendicarsi con l’aiuto del figlio Amore, il quale avrebbe dovuto farla innamorare con le sue frecce di un uomo rozzo che non la ricambiasse. Non appena Amore prese visione della bellezza celestiale di Psiche se ne invaghì perdutamente e decise, con l’aiuto di Zefiro, di trasportarla nel proprio palazzo. Lì Psiche trascorse con Amore notti infuocate dall’amore e dalla passione senza tuttavia poter guardare il volto dell’amante: Amore, infatti, non rivelò mai la propria identità, per evitare la furibonda ira della madre Venere. Con tutto ciò, eccitata dalle sorelle, Psiche venne meno al patto e vide il volto dell’uomo che le travolgeva i sensi: in seguito a ciò Amore, preso dall’indignazione, si allontanò da Psiche, che fu gettata nello sconforto più totale.
Pur di potersi ricongiungere con il divino consorte, Psiche si dichiarò disposta ad affrontare una serie di prove per ottenere l’immortalità, superandole brillantemente, malgrado la loro atroce difficoltà. D’altronde, erano state organizzate da Venere che, presa dall’ira, decise di sottoporre la fanciulla alla prova più difficile: discendere negli Inferi e chiedere alla dea Proserpina di concederle un po’ della sua bellezza. Fu così che Psiche ricevette da Proserpina un’ampolla e, incuriosita, la aprì scoprendo con gran sconcerto che il vaso non conteneva bellezza, bensì un sonno infernale che la fece addormentare profondamente. Amore, una volta venuto a conoscenza del tragico destino dell’amante, si recherà presso Psiche e la risveglierà con un bacio.

E’ proprio questo l’attimo che Canova ha voluto eternare nel marmo con quest’opera commissionata nel 1788, realizzata in marmo bianco, levigato e finemente rifinito, sperimentando con successo il senso della carne, che Canova mirava a ottenere nelle proprie opere.

Amore e Psiche: scultura in marmo bianco di Carrara di Antonio Canova.

Tale opera è un capolavoro nella ricerca d’equilibrio. In questo squisito arabesco, infatti, le due figure sono disposte diagonalmente e divergenti fra loro. Questa disposizione piramidale dei due corpi è bilanciata da una speculare forma triangolare costituita dalle ali aperte di Amore. Le braccia di Psiche invece incorniciano il punto focale, aprendosi a mo’ di cerchio attorno ai volti. All’interno del cerchio si sviluppa una forte tensione emotiva in cui il desiderio senza fine di Eros è ormai vicino allo sprigionamento.

La scultura è esposta al museo del Louvre di Parigi.


Pubblicato il 20-11-2017 - 14:35

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Il Cristo velato: tra arte e leggenda.

La statua del Cristo velato a Napoli tra arte e leggenda.

Nel pieno centro storico di Napoli, nella nota Cappella Sansevero, è conservata una delle opere più affascinanti e misteriose che si trovano nel capoluogo campano e in Italia: Il Cristo velato.

Qualcuno fantasticamente sostiene che il velo di marmo sul corpo del Cristo sia in realtà un velo in tessuto, trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro Principe di Sansevero, illustre alchimista. La teoria che si avvicina di più alla realtà è che l’effetto così sorprendente sia tutto frutto del talentuoso scultore Giuseppe Sanmartino.

La scultura è situata al centro della cappella e cattura subito lo sguardo del visitatore per il sensazionale effetto del telo che ricopre il Cristo. Quest’ultimo sembrerebbe di tessuto tant’è che attraverso di esso si notano tutti i particolari sul volto e sul corpo di Gesù: le vene, le ferite al costato, i segni delle torture e persino le mani trapassate dai chiodi che si ritrovano ai piedi del protagonista insieme alla corona di spine. Un’opera talmente spettacolare che Antonio Canova affermò che pur di appropriarsi del Cristo velato, avrebbe rinunciato a dieci anni della sua vita.

 

Cristo Velato
Particolare del Cristo velato

 

Come accennato all’inizio intorno a questa sensazionale opera d’arte ruota una curiosa leggenda legata al velo secondo la quale, la morbidezza di questo non sia dovuta all’abilità dello scultore bensì ai poteri esoterici del principe Raimondo di Sangro, che sembrava essere in grado di solidificare tessuti ed organi mani, utilizzando un liquido di sua invenzione.


Pubblicato il 16-11-2017 - 16:13

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La Pietà di Michelangelo: una delle opere più rappresentative del genio rinascimentale.

La Pietà di Michelangelo: opera rappresentativa del genio rinascimentale

La Pietà di Michelangelo, esposta presso la basilica di San Pietro a Roma, è una delle sculture più incantevoli della storia dell’arte e una delle opere più rappresentative del genio rinascimentale.

Nel 1497 il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas diede l’incarico a Michelangelo di scolpire “una Vergene Maria Vestita, con un Christo morto in braccio, grande quanto sia uno homo giusto” per poterla collocare presso la cappella di Santa Petronilla appartenente ai reali di Francia.

Si stavano avvicinando le celebrazioni per il giubileo del 1500 e molti pellegrini francesi avrebbero visitato la cappella: la Pietà di Michelangelo Buonarroti gli sarebbe stata presentata come un capolavoro offerto da un loro conterraneo. Nel contratto per la commissione della statua, il banchiere Jacopo Galli aveva garantito al cardinale che sarebbe stata: “la più bella opera di marmo che sia hoge in Roma et che maestro nissuno la faria megliore hoge”

Michelangelo impiegò ben nove mesi per scegliere il blocco di marmo e trasportarlo dalle cave di Carrara a Roma, il contratto ufficiale per la realizzazione della Pietà vaticana, infatti, venne firmato nell’agosto del 1498 e prevedeva un solo anno per la consegna dell’opera. Dalle ricevute di pagamento non risulta chiaro se lo scultore abbia rispettato la data di consegna: ricevette un pagamento dalla banca Ghinucci, esecutrice testamentaria del cardinale Bilhères, nel luglio del 1500 e questa parrebbe la data più verosimile per il completamento dell’opera. C’è però un insolito pagamento dello stesso Michelangelo a un certo “Sandro muratore”, che compare qui per la prima e ultima volta nei suoi conti, il 6 agosto 1499: potrebbe essere stato pagato per installare la statua della Pietà nella chiesa di Santa Petronilla. In questo caso le scadenze contrattuali sarebbero state rispettate.

 

La Pietà di Michelangelo: opera rappresentativa del genio rinascimentale
Particolare della Pietà di Michelangelo. Scultura realizzata in marmo bianco di Carrara.

 

Come già detto in precedenza oggi la pietà si trova nella basilica di San Pietro ove fu spostata soltanto due secoli e mezzo dopo la sua creazione.

La Pietà vaticana è l’unica opera che Michelangelo abbia mai firmato e questo, come riporta Vasari, deriva da un episodio piuttosto fantasioso, in cui viene rivelata la ragione di questa firma, incisa su una fascia trasversale sopra il petto della Vergine. Alcuni gentiluomini lombardi stavano ammirando la bellezza della statua della Pietà e, dopo averne tessuto le lodi, cercarono di identificarne l’autore. Alla fine si convinsero che fosse opera di un loro conterraneo, il Gobbo di Milano. Michelangelo, che aveva ascoltato la discussione, si nascose nella chiesa e di notte intagliò il suo nome sulla statua.
Una particolarità difficile da notare è il quinto incisivo nella dentiera del Cristo. Questo dente è soprannominato “il dente del peccato” e nelle opere di altri artisti rinascimentali è prerogativa di personaggi negativi. Il Cristo della Pietà, invece, dovrebbe esserne stato dotato perché, con la sua morte, prende su di sé tutti i peccati del mondo.

 


Pubblicato il 13-11-2017 - 17:12

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Travertino e onice di Gesualdo: da milioni di anni nel sottosuolo irpino.

Travertino e onice di Gesualdo: da milioni di anni nel sottosuolo irpino.

Travertino e onice di Gesualdo. Nel territorio di Gesualdo, più precisamente nella zona denominata “Prete gialle” per via della colorazione dei materiali lapidei ivi presenti, affiora il noto Travertino oniciato formatosi in età quaternaria, cominciata esattamente 2,58 milioni di anni fa e tuttora in corso.

Travertino e onice di Gesualdo

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo

Il travertino è una roccia sedimentaria di origine chimica derivata dalla precipitazione chimica di carbonato di calcio prodotto dalla dissoluzione di depositi calcarei a contatto con l’acqua.
La deposizione può avvenire su diverse superfici tra i quali un suolo con manto vegetativo; nel caso del travertino di Gesualdo si ha una pietra robusta e compatta dal colore che sfuma dal giallo al rosso con un leggero grado di porosità.

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo

Travertino oniciato di Gesualdo levigato

Nella stessa zona sono presenti anche giacimenti di onice e alabastro costituite per lo più da calcite precipitate sulla terra milioni di anni fa da acque termominerali ricche di CO2.
L’onice di Gesualdo è depositato sotto uno spessore di 1,5 metri al di sotto del travertino e presenta un colore avorio con venature di un rosso intenso e biancastre.

 

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo
Travertino oniciato di Gesualdo levigato

 

Il travertino oniciato di Gesualdo si presta molto bene alla realizzazione di qualsiasi lavoro,
dalla realizzazione dei rivestimenti per camini all’earredo per esterno ed interno
Categoria: travertino
Colore: marrone
Paese di origine: Italia
Impieghi prevalenti: interno-esterne
Reperibilità: scarsa
Caratteristiche fisiche
Coefficiente di dilatazione termica lineare: 0,0049 mm/m °C
Coefficiente di imbibizione all’acqua: 0,8 %
Resistenza all’urto-altezza minima di caduta: 30 cm
Usura per attrito: 0,65 mm
Peso di unità di volume: 2500 kg/m3
Caratteristiche meccaniche
Modulo di elasticità: 635000 kg/cm2
Carico di rottura a compressione assiale: 1100 kg/cm2
Carico di rottura a compressione dopo cicli di gelività: 1120 kg/cm2
Carico di rottura a flessione: 140 kg/cm2

Pubblicato il 19-09-2017 - 6:27

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Fontanarosa Pietra in esposizione a Gesualdo per l’ VIII edizione di “Saperi e Sapori”

Fontanarosa Pietra in esposizione a Gesualdo per l’ VIII edizione di “Saperi e Sapori”

Nell’incantevole borgo di Gesualdo, in Irpinia, in occasione dell’ VIII edizione di “Saperi e Sapori. Storia e Tradizioni nel Borgo Antico di Gesualdo”, la ditta Fontanarosa Pietra avrà il piacere di esporre una selezione dei suoi prodotti artigianali nei locali sotterranei del castello che fu del principe dei musici Carlo Gesualdo.

Dal 16 al 18 agosto nel centro storico del comune della media valle del Calore a far da padroni alle serate degnamente organizzate dall’associazione “Astrea” saranno l’ottima musica, enogastronomia, e soprattutto l’artigianato.
Non potevamo dunque non partecipare a questa esposizione che è il resoconto dei nostri obiettivi: lavorazione artigianale, antica tradizione della lavorazione della pietra e sviluppo della nostra Irpinia, per questo ci siamo riservati una stanza del castello nella quale sono in mostra ciò che sono i punti forti della nostra azienda, ossia, rivestimenti di caminetti in pietra locale e non, oltre a fontane ed oggettistica varia.

Vi invitiamo a venirci a trovare in tanti in quei giorni presso il nostro stand.


Pubblicato il 12-08-2017 - 10:34

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Sull’acquisto di un camino il prefebbricato a legna è in omaggio…

Sull’acquisto di un camino il prefebbricato a legna è in omaggio…

SUPER PROMOZIONE solo per questa estate!

Per tutto il periodo estivo (dal 21 giugno al 22 settembre 2017) acquista un caminetto in pietra di un valore di almeno 2000€  ed il prefabbricato a legna E/100 tgh te lo regaliamo noi.

Se hai il desiderio di realizzare il camino in pietra dei tuoi sogni ma non hai il prefabbricato questa è l’offerta che fa per te.
Vieni a trovarci presso i nostri punti vendita di Avellino e Fontanarosa oppure dai un’occhiata al nostro sito internet, scegli il camino che piu’ ti piace e richiedi il tuo preventivo.


Pubblicato il 22-06-2017 - 10:33

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Visita nella nostra azienda da parte di diverse scuole campane.

Visita nella nostra azienda da parte di diverse scuole campane.

Lo scorso 12 maggio il comune irpino di Fontanarosa è stato preso d’assalto da un cospicuo numero di studenti provenienti da diverse zone della Campania.

Il motivo che li ha attirati è il “1° Concorso Nazionale per Orchestre Scolastiche” organizzato dall’associazione “Fontanarosa Comunità – Prof. Giuseppe Zollo” in collaborazione con l’istituto comprensivo “Di Prisco” e con la pro loco “La Fonte”.

Lo scopo di questa manifestazione è stato quello di dare un nuovo impulso alla coesione sociale, favorendo l’apertura della Istituzione scolastica e, più in generale, del territorio ad un nuovo apporto di esperienze, di conoscenze, di confronto e aggregazione tra giovani musicisti provenienti da diverse realtà scolastiche” – ha aggiunto il Presidente del sodalizio, dott. Di Blasi.

Ben sei le orchestre scolastiche iscritte al concorso provenienti da: Lioni (AV), Mercogliano (AV) , Deliceto (FG), Campagna (SA), Cava dei Tirreni (SA) e Cervino (CE).

Abbiamo avuto l’onore di ospitare cinque di queste scuole presso la nostra azienda ed è stato un immenso piacere vedere centinaia e centinaia di ragazzi appassionarsi a questa nobile arte ma, soprattutto, vederli incuriositi dalla storia che lega il nostro comune a questa antica lavorazione.

Abbiamo cominciato il tour nella nostra azienda con un breve filmato sull’estrazione della pietra, concentrandosi in particolar modo sull’estrazione del marmo bianco di Carrara.
Da qui abbiam proseguito la visita nel piazzale immersi tra i numerosi materiali provenienti da tutto il mondo, lasciando i ragazzi a bocca aperta soprattutto dinanzi ai materiali ricchi di fossili e conchiglie.
Poi il tour è proseguito in laboratorio dove han visto tutto il processo di lavorazione della pietra, dalle frese ad acqua per il taglio, alla levigatura dei pezzi fino al reparto di rifinitura dove han visto di persona un’incisione a mano di alcune lettere.

Un’esperienza davvero incredibile che ha aperto la nostra azienda a qualsiasi altro tipo di esperienze del genere.


Pubblicato il 20-05-2017 - 10:55

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La “Breccia Irpina”: uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

La “Breccia Irpina”: uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

In Irpinia sono presenti numerosi giacimenti di pietra naturale ma tra le più note ed antiche vi è sicuramente la “Breccia Irpina” che risalirebbe, secondo numerosi studi effettuati, al periodo del cretacico superiore ossia al terzo e ultimo periodo dell’era mesozoica , per intenderci in un periodo compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa.

Nel territorio di Fontanarosa prevale un tipo di breccia denominata “Favaccina” ( da non confondere con la pietra di Fontanarosa ) che presenta clasti di colore grigio scuro come la classica pietra arenaria, ma il luogo della sua tradizionale estrazione si trova nel comune di Gesualdo ed è costituita da brecciame un po’ più grande di quella di Fontanarosa ( per questo Favaccia).
I siti di maggiore estrazione della Breccia, dunque, sono nel territorio fontanarosano e in quello gesualdino ma anche nel comune di Melito Irpino e nella frazione Carpignano di Grottaminarda è possibile trovare diversi giacimenti di tale pietra. In queste ultime due località la pietra è cosiddetta “Pietra Dolce”, ossia, una pietra calcarea di natura clastica.

Anche nel territorio di Savignano Irpino si trova una roccia della stessa famiglia, prevalentemente una calcarenite a grana fine.

La “Breccia Irpina”, grazie alle sue caratteristiche fisico-meccaniche ed elastiche, è da sempre rientrata nel panorama delle pietre ornamentali di tutta l’Irpinia, inizialmente con tecniche più elementari poi più evolute grazie anche all’avvento di macchinari che hanno facilitato l’estrazione.

Numerosi sono i manufatti che testimoniano il suo utilizzo nel passare dei secoli, basti vedere i centri storici soprattutto in Alta Irpinia per rendersene conto; uno studio iconografico avrebbe addirittura catalogato ben 2000 opere in questo materiale, tra i più importanti ricordiamo il castello di Rocca San Felice, l’abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, il campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda progettato dal Vanvitelli, i leoni situali all’ingresso di Palazzo Caracciolo (Provincia di Avellino), elementi architettonici della chiesa di Santa Maria Assunta di Frigento.

Frigento – Chiesa di Santa Maria Assunta. Foto di Illarycip per Paesaggi Irpini.

La “Breccia Irpina” è stata usata inoltre in altri cantieri anche al di fuori della stessa provincia di Avellino, infatti, in particolare il brecciato di Fontanarosa e l’onice d Gesualdo (di cui scriveremo prossimamente) vennero impiegati nella fabbrica della Reggia di Caserta ed il palazzo reale di Portici.

Al momento risultano operanti soltanto una decina di cave in tutto il territorio irpino dalle quali si estrae un esiguo quantitativo di materiale.


Pubblicato il 03-05-2017 - 9:30

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La nostra intervista sulla lavorazione della pietra per il blog “ProntoPro”

La nostra intervista sulla lavorazione della pietra per il blog “ProntoPro”

Qui di seguito l’intervista rilasciata al blog ProntoPro a proposito dell’antica arte della lavorazione della pietra, lavorazione totalmente artigianale e fatta senza usare alcuno strumento moderno.

https://www.prontopro.it/blog/lantica-arte-della-lavorazione-della-pietra/

 

Vecchi scalpellini fontanarosani.


Pubblicato il 13-04-2017 - 6:28

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Fontanarosa: antico centro di lavorazione della pietra.

La secolare tradizione della lavorazione della pietra di Fontanarosa…

Fontanarosa è da molti simpaticamente conosciuto come il paese delle “3P”: Paglia, Presepe e Pietra elementi che riconducono immediatamente al borgo della media valle del Calore.

Mestieri antichi che si riproiettano nel futuro, come la tradizionale lavorazione della pietra proveniente dalle cave diffuse nel territorio irpino ma principalmente, soprattutto in tempi antichi, estratte nel comune di Fontanarosa; la stessa pietra che ha dato forma all’antico centro storico ricco di portali finemente lavorati, finestre, fontane, loggiati e pavimentazioni, a dimostrazione del fatto che tale pietra non ha avuto soltanto il ruolo di materiale costruttivo, ma è divenuto in seguito anche elemento estetico-decorativo atto a dare maggiore splendore  alle antiche abitazioni.

Come scrive Gaetana Cantone nel suo “Il Carro di Fontanarosa”: ” Come Zaira, una delle città della memoria di Italo Calvino, Fontanarosa non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, nei corrimani delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.”.

La pietra di Fontanarosa è costituita da calcareniti contenenti organismi fossili, depostesi circa 50 milioni di anni fa su fondali marini situati alla base delle scarpate delle piattaforma carbonatiche.
Grazie alla sua omogenea composizione è possibile utilizzare tale materiale per elementi di arredo e lavorazioni artistiche.

Oggi l’estrazione della pietra di Fontanarosa si è limitata soltanto ad una cava situata a pochi passi dal nostro opificio. Col passare degli anni molte di queste han cessato la propria attività perché esaurite o considerate antiecologiche ma la caparbietà degli imprenditori locali li sta spingendo sempre di più a riproporre questa pietra come elemento di arredo urbano e domestico.


Pubblicato il 28-02-2017 - 10:56

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Visita alle cave di Perlato Royal Coreno

Visita alle cave di Perlato Royal Coreno…

Ieri ci siamo recati nella provincia di Frosinone, esattamente nelle cave del perlato royal di Coreno. Su un altipiano posto sul fianco sud-ovest del Monte Maio (m 940), che fa parte della catena dei Monti Aurunci, è possibile trovare molte cave di estrazione e segherie che si occupano della sua escavazione, della lavorazione e dell’esportazione di questo materiale in tutto il mondo e noi abbiamo avuto il piacere di vedere ogni suo processo.

Segagione blocchi Perlato Royal di Coreno
Dopo l’estrazione dalle cave i blocchi vengono portati in segheria per continuare il processo di segagione

L’utilizzo di questo materiale avviene sin dai tempi antichi, infatti, sono numerose le statue che ,soprattutto nel medioevo, arricchivano i palazzi e le ville nobiliari; per citarne qualcuna: la Fontana dei Papi, del 1727, a Prossedi, in provincia di Latina, il Monumento ad Antonio Gramsci a Formia e tante altre.

Il perlato di Coreno è una roccia di natura sedimentaria e la sua colorazione può variare dal bianco al marroncino vantando ben quindici tipologie cromatiche; questo è uno dei motivi per il quale questo materiale viene utilizzato in qualsiasi campo, in particolare in quello dell’edilizia soprattutto per pavimentazione e rivestimenti.

Depositi di blocchi in pietra Perlato Royal di Coreno


Pubblicato il 15-02-2017 - 8:06

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Restyling www.fontanarosapietra.it

Fontanarosa Pietra

Il nuovo anno porta online il nuovo sito internet della nostra azienda, interamente rinnovato in veste grafica per consentire chiarezza e semplicità nella consultazione. Il menù principale è stato suddiviso in tante sottocategorie per quanti sono i nostri fronti di lavorazione. In primo piano ogni nostro singolo prodotto correlato di discalia e di foto che riportano all’attenzione del visitatore ogni minimo particolare, informazioni sulla lavorazione e curiosità sulle pietre, marmi e graniti utilizzati. Rafforzata l’area “news” che vedrà molto più spesso la condivisione di tutte le nostre esperienze nel campo lapideo, dalla scoperta dei nuovi materiali fino al lancio dei nostri nuovi prodotti. Nell’augurarci di offrire un servizio migliore alla nostra clientela, rinnoviamo il nostro appuntamento sul nostro portale per tutte le novità dei prossimi mesi.


Pubblicato il 22-01-2017 - 15:08

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Arredo interno

La pietra come arredo per interno…

L’utilizzo della pietra e del marmo come abbellimento di ambienti interni è nota sin dall’antichità.
Le moderne tecnologiche e tecniche architettoniche hanno permesso di tramandare questa tradizione fino ai giorni nostri
Permettendo agli addetti ai lavori di aumentare notevolmente la qualità delle lavorazioni
e la costante scoperta di nuovi materiali permette di rendere ogni ambiente unico ed elegante allo stesso tempo.
L’arredo per gli interni spazia su fronti più svariati, dal rivestimento di bagni alle cucine in muratura, dal rivestimento di scalinate fino alla pavimentazione;
il tutto accompagnato costantemente dai nostri tecnici che seguono i lavori dalla misurazione, alla progettazione fino alla messa in opera del lavoro.
Anche la lavorazione di ogni singolo elemento di arredo è curato nei minimi particolari, dopo la selezione della miglior tipologia di materiale
il lavoro viene seguito in ogni sua fase fino alla consegna.


Pubblicato il 15-01-2017 - 15:31

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Arredo esterno

La pietra come arredo per esterno:

Professionalità, ricerca e innovazione nel settore tecnologico han portato la nostra azienda a cercare soluzioni armoniose ed eleganti per chiunque voglia valorizzare i proprio ambienti esterni utilizzando la pietra come elemento principale. La pietra notoriamente resistente alle intemperie garantisce una una lunga durata nel tempo e si conserva in perfette condizioni anno dopo anno, mantenendo inalterata la sua bellezza nel tempo e valorizzando ogni ambiente. Tutte le fasi di lavorazione vengono monitorate dai nostri tecnici a partire dalla selezione delle materie prime, rendendo così di alta qualità e di notevole pregio ogni singolo elemento che si integri nelle caratteristiche peculiari dell’ambiente.


Pubblicato il - 15:25

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I prefabbricati

I camini prefabbricati

che abbiamo il piacere di offrire alla nostra clientela, sono strutture studiate per ricevere le più forti sollecitazioni termiche adottando specifici materiali termici riflettenti e/o isolanti. Questi diffondono direttamente il calore della fiamma nella camera fuoco e convogliano più calore possibile nell’ambiente, limitando al minimo quello che fuoriesce dalla canna fumaria. Abbiamo anche una vasta gamma di prodotti, con diversi materiali, atti ad ottimizzare i rendimenti. Questi prevedono la tecnologia termo/ventilata che consente, tramite bocchette di mandata, di immettere calore in tutto l’ambiente circostante. Disponibili in varie dimensioni dal più piccolo per chi ha problemi di spazio al più grande passando per il medio; con interno tutto in ghisa o materiale refrattario; camini termo ventilati, frontale, laterale e bifacciale.


Pubblicato il 27-11-2016 - 19:42

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I rivestimenti per Camini

I rivestimenti per Camini

I rivestimenti per Camini

I rivestimenti per Camini…

 
I nostri rivestimenti su misura per camini si adattano perfettamente ad ogni design della casa, caratterizzati da particolari tipi di lavorazione che abbracciano tutti i tipi di ambiente, siano essi moderni, classici o rustici. La nostra vicinanza al cliente che va dai sopralluoghi, alle misurazioni, alle progettazioni, fino alla scelta dei materiali e soprattutto al montaggio dello stesso rivestimento, aiutano chi ha intenzione di arredare un’abitazione nel nome del buon gusto e dell’originalità. Studiamo insieme al cliente una soluzione diversa per ogni esigenza e spazio dove design e comfort vivono in completa armonia tra loro.

Pubblicato il 27-10-2016 - 20:06

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