La “Breccia Irpina”:

uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

La “Breccia Irpina”: uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

In Irpinia sono presenti numerosi giacimenti di pietra naturale ma tra le più note ed antiche vi è sicuramente la “Breccia Irpina” che risalirebbe, secondo numerosi studi effettuati, al periodo del cretacico superiore ossia al terzo e ultimo periodo dell’era mesozoica , per intenderci in un periodo compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa.

Fontanarosa

Nel territorio di Fontanarosa prevale un tipo di breccia denominata “Favaccina” ( da non confondere con la pietra di Fontanarosa ) che presenta clasti di colore grigio scuro come la classica pietra arenaria, ma il luogo della sua tradizionale estrazione si trova nel comune di Gesualdo ed è costituita da brecciame un po’ più grande di quella di Fontanarosa ( per questo Favaccia).
I siti di maggiore estrazione della Breccia, dunque, sono nel territorio fontanarosano e in quello gesualdino ma anche nel comune di Melito Irpino e nella frazione Carpignano di Grottaminarda è possibile trovare diversi giacimenti di tale pietra. In queste ultime due località la pietra è cosiddetta “Pietra Dolce”, ossia, una pietra calcarea di natura clastica.

Savignano

Anche nel territorio di Savignano Irpino si trova una roccia della stessa famiglia, prevalentemente una calcarenite a grana fine.

La “Breccia Irpina”, grazie alle sue caratteristiche fisico-meccaniche ed elastiche, è da sempre rientrata nel panorama delle pietre ornamentali di tutta l’Irpinia, inizialmente con tecniche più elementari poi più evolute grazie anche all’avvento di macchinari che hanno facilitato l’estrazione.

Numerosi sono i manufatti che testimoniano il suo utilizzo nel passare dei secoli, basti vedere i centri storici soprattutto in Alta Irpinia per rendersene conto; uno studio iconografico avrebbe addirittura catalogato ben 2000 opere in questo materiale, tra i più importanti ricordiamo il castello di Rocca San Felice, l’abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, il campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda progettato dal Vanvitelli, i leoni situali all’ingresso di Palazzo Caracciolo (Provincia di Avellino), elementi architettonici della chiesa di Santa Maria Assunta di Frigento.

Frigento – Chiesa di Santa Maria Assunta. Foto di Illarycip per Paesaggi Irpini.

La “Breccia Irpina” è stata usata inoltre in altri cantieri anche al di fuori della stessa provincia di Avellino, infatti, in particolare il brecciato di Fontanarosa e l’onice d Gesualdo (di cui scriveremo prossimamente) vennero impiegati nella fabbrica della Reggia di Caserta ed il palazzo reale di Portici.

Al momento risultano operanti soltanto una decina di cave in tutto il territorio irpino dalle quali si estrae un esiguo quantitativo di materiale.


Pubblicato il 03-05-2017 - 9:30

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