Travertino e onice di Gesualdo: da milioni di anni nel sottosuolo irpino.

Travertino e onice di Gesualdo: da milioni di anni nel sottosuolo irpino.

Travertino e onice di Gesualdo. Nel territorio di Gesualdo, più precisamente nella zona denominata “Prete gialle” per via della colorazione dei materiali lapidei ivi presenti, affiora il noto Travertino oniciato formatosi in età quaternaria, cominciata esattamente 2,58 milioni di anni fa e tuttora in corso.

Travertino e onice di Gesualdo

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo

E’ una roccia sedimentaria di origine chimica derivata dalla precipitazione chimica di carbonato di calcio prodotto dalla dissoluzione di depositi calcarei a contatto con l’acqua.
La deposizione può avvenire su diverse superfici tra i quali un suolo con manto vegetativo; nel caso del travertino di Gesualdo si ha una pietra robusta e compatta dal colore che sfuma dal giallo al rosso con un leggero grado di porosità.

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo

Travertino oniciato di Gesualdo levigato

Nella stessa zona sono presenti anche giacimenti di onice e alabastro costituite per lo più da calcite precipitate sulla terra milioni di anni fa da acque termominerali ricche di CO2.
L’onice di Gesualdo è depositato sotto uno spessore di 1,5 metri al di sotto del travertino e presenta un colore avorio con venature di un rosso intenso e biancastre.

Blocchetto di travertino oniciato di Gesualdo
Travertino oniciato di Gesualdo levigato
Il travertino oniciato di Gesualdo si presta molto bene alla realizzazione di qualsiasi lavoro,
dalla realizzazione dei rivestimenti per camini all’earredo per esterno ed interno
Categoria: travertino
Colore: marrone
Paese di origine: Italia
Impieghi prevalenti: interno-esterne
Reperibilità: scarsa
Caratteristiche fisiche
Coefficiente di dilatazione termica lineare: 0,0049 mm/m °C
Coefficiente di imbibizione all’acqua: 0,8 %
Resistenza all’urto-altezza minima di caduta: 30 cm
Usura per attrito: 0,65 mm
Peso di unità di volume: 2500 kg/m3
Caratteristiche meccaniche
Modulo di elasticità: 635000 kg/cm2
Carico di rottura a compressione assiale: 1100 kg/cm2
Carico di rottura a compressione dopo cicli di gelività: 1120 kg/cm2
Carico di rottura a flessione: 140 kg/cm2

Pubblicato il 19-09-2017 - 6:27

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Fontanarosa Pietra in esposizione a Gesualdo per l’ VIII edizione di “Saperi e Sapori”

Fontanarosa Pietra in esposizione a Gesualdo per l’ VIII edizione di “Saperi e Sapori”

Nell’incantevole borgo di Gesualdo, in Irpinia, in occasione dell’ VIII edizione di “Saperi e Sapori. Storia e Tradizioni nel Borgo Antico di Gesualdo”, la ditta Fontanarosa Pietra avrà il piacere di esporre una selezione dei suoi prodotti artigianali nei locali sotterranei del castello che fu del principe dei musici Carlo Gesualdo.

Dal 16 al 18 agosto nel centro storico del comune della media valle del Calore a far da padroni alle serate degnamente organizzate dall’associazione “Astrea” saranno l’ottima musica, enogastronomia, e soprattutto l’artigianato.
Non potevamo dunque non partecipare a questa esposizione che è il resoconto dei nostri obiettivi: lavorazione artigianale, antica tradizione della lavorazione della pietra e sviluppo della nostra Irpinia, per questo ci siamo riservati una stanza del castello nella quale sono in mostra ciò che sono i punti forti della nostra azienda, ossia, rivestimenti di caminetti in pietra locale e non, oltre a fontane ed oggettistica varia.

Vi invitiamo a venirci a trovare in tanti in quei giorni presso il nostro stand.


Pubblicato il 12-08-2017 - 10:34

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La “Breccia Irpina”:

uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

La “Breccia Irpina”: uno dei materiali più noti e antichi del meridione.

In Irpinia sono presenti numerosi giacimenti di pietra naturale ma tra le più note ed antiche vi è sicuramente la “Breccia Irpina” che risalirebbe, secondo numerosi studi effettuati, al periodo del cretacico superiore ossia al terzo e ultimo periodo dell’era mesozoica , per intenderci in un periodo compreso tra 145 e 65 milioni di anni fa.

Fontanarosa

Nel territorio di Fontanarosa prevale un tipo di breccia denominata “Favaccina” ( da non confondere con la pietra di Fontanarosa ) che presenta clasti di colore grigio scuro come la classica pietra arenaria, ma il luogo della sua tradizionale estrazione si trova nel comune di Gesualdo ed è costituita da brecciame un po’ più grande di quella di Fontanarosa ( per questo Favaccia).
I siti di maggiore estrazione della Breccia, dunque, sono nel territorio fontanarosano e in quello gesualdino ma anche nel comune di Melito Irpino e nella frazione Carpignano di Grottaminarda è possibile trovare diversi giacimenti di tale pietra. In queste ultime due località la pietra è cosiddetta “Pietra Dolce”, ossia, una pietra calcarea di natura clastica.

Savignano

Anche nel territorio di Savignano Irpino si trova una roccia della stessa famiglia, prevalentemente una calcarenite a grana fine.

La “Breccia Irpina”, grazie alle sue caratteristiche fisico-meccaniche ed elastiche, è da sempre rientrata nel panorama delle pietre ornamentali di tutta l’Irpinia, inizialmente con tecniche più elementari poi più evolute grazie anche all’avvento di macchinari che hanno facilitato l’estrazione.

Numerosi sono i manufatti che testimoniano il suo utilizzo nel passare dei secoli, basti vedere i centri storici soprattutto in Alta Irpinia per rendersene conto; uno studio iconografico avrebbe addirittura catalogato ben 2000 opere in questo materiale, tra i più importanti ricordiamo il castello di Rocca San Felice, l’abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, il campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Grottaminarda progettato dal Vanvitelli, i leoni situali all’ingresso di Palazzo Caracciolo (Provincia di Avellino), elementi architettonici della chiesa di Santa Maria Assunta di Frigento.

Frigento – Chiesa di Santa Maria Assunta. Foto di Illarycip per Paesaggi Irpini.

La “Breccia Irpina” è stata usata inoltre in altri cantieri anche al di fuori della stessa provincia di Avellino, infatti, in particolare il brecciato di Fontanarosa e l’onice d Gesualdo (di cui scriveremo prossimamente) vennero impiegati nella fabbrica della Reggia di Caserta ed il palazzo reale di Portici.

Al momento risultano operanti soltanto una decina di cave in tutto il territorio irpino dalle quali si estrae un esiguo quantitativo di materiale.


Pubblicato il 03-05-2017 - 9:30

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Fontanarosa: antico centro di lavorazione della pietra.

La secolare tradizione della lavorazione della pietra di Fontanarosa…

Fontanarosa: antico centro di lavorazione della pietra.

Fontanarosa è da molti simpaticamente conosciuto come il paese delle “3P”: Paglia, Presepe e Pietra elementi che riconducono immediatamente al borgo della media valle del Calore.

Mestieri antichi che si riproiettano nel futuro, come la tradizionale lavorazione della pietra proveniente dalle cave diffuse nel territorio irpino ma principalmente, soprattutto in tempi antichi, estratte nel comune di Fontanarosa; la stessa pietra che ha dato forma all’antico centro storico ricco di portali finemente lavorati, finestre, fontane, loggiati e pavimentazioni, a dimostrazione del fatto che tale pietra non ha avuto soltanto il ruolo di materiale costruttivo, ma è divenuto in seguito anche elemento estetico-decorativo atto a dare maggiore splendore  alle antiche abitazioni.

Come scrive Gaetana Cantone nel suo “Il Carro di Fontanarosa”: ” Come Zaira, una delle città della memoria di Italo Calvino, Fontanarosa non dice il suo passato, lo contiene come le linee di una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, nei corrimani delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.”.

La pietra di Fontanarosa è costituita da calcareniti contenenti organismi fossili, depostesi circa 50 milioni di anni fa su fondali marini situati alla base delle scarpate delle piattaforma carbonatiche.
Grazie alla sua omogenea composizione è possibile utilizzare tale materiale per elementi di arredo e lavorazioni artistiche, come portali e pavimentazione.

Oggi l’estrazione della pietra di Fontanarosa si è limitata soltanto ad una cava situata a pochi passi dal nostro opificio. Inoltre, col passare degli anni molte di queste han cessato la propria attività perché esaurite o considerate antiecologiche ma la caparbietà degli imprenditori locali li sta spingendo sempre di più a riproporre questa pietra come elemento di arredo urbano e domestico.


Pubblicato il 28-02-2017 - 10:56

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